IL DOLORE E LA SUA SOLUZIONE

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Anatomia e Fisiologia del Trauma, il Dolore e la Soluzione

Il nostro corpo possiede circa 143 articolazioni. Le articolazioni sono unità complesse che funzionano da leve, cerniere, ammortizzatori. Esse tengono vicine le ossa, le coordinano in modo da farle scorrere le une sulle altre senza creare attrito e ci permettono ogni genere di movimento grazie all’unità funzionale formata di legamenti e tendini.

Le ossa ed i muscoli del nostro corpo sono tenuti insieme da Tessuto Connettivo.
I legamenti e i tendini sono bande di tessuto connettivo costituite da vari aminoacidi in una matrice chiamata collagene.

Tendini e Legamenti

I tendini attaccano i muscoli sulla superficie ossea, permettendo così il movimento articolare.
I legamenti collegano le ossa fra loro, mantenendo l’integrità articolare.

Quando tendini e/o legamenti, dentro o intorno alle articolazioni, subiscono un trauma le fibre di collagene sono tirate e contorte oltre il loro limite fisiologico, creando la sensazione di dolore; l’organismo comincia allora a produrre altro collagene per ripararli.

Collagene

Il collagene costituisce il 70-90% del materiale di sostegno di ossa e articolazioni e non solo. Le malattie degenerative di diverse origini, la predisposizione genetica, l’invecchiamento e tanti altri fattori possono favorire la perdita dell’abilità di sostegno e allo stesso tempo stiramento/elasticità del collagene. Se il corpo ha la possibilità di produrre fibre di collagene può, di conseguenza, ringiovanire i tessuti molli aiutando, anche, ad eliminare il dolore.

Il problema dei tendini e legamenti è che questi ricevono poco apporto di sangue (vitale al processo di guarigione del corpo) e quindi pochi nutrienti necessari alla ricostruzione di collagene, il che porta a poca o rallentata possibilità di guarigione nel caso di traumi. Al contrario, essi contengono una grande quantità di piccole terminazioni nervose.

Questi nervi sono di vario tipo: alcuni rispondono alla pressione o stiramento per informare la nostra posizione e movimento; altri rispondono rapidamente al movimento e alle vibrazioni; altri ancora informano il nostro cervello circa l’eccessivo stress da stiramento in modo da proteggere l’articolazione. Infine altri segnalano l’eccessivo movimento articolare e ci allarmano col dolore.

A causa di questa ricca innervazione e dell’interconnessione di questi nervi con i muscoli circostanti, altri nervi ed il midollo spinale, traumi e stiramenti ai legamenti possono sviluppare moltissimi sintomi. Per es., un trauma ai legamenti del collo porta con sé vertigine e sbandamento etc.

 

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Scala del dolore

Le strutture più sensibili (e che producono il dolore) nel nostro organismo sono i tessuti che formano il periostio, i tendini ed i legamenti; secondo una ricerca Statunitense, in una scala del dolore l’ordine, dal più doloroso al meno, è questo:
periostio, legamenti, tendini, fascia, muscoli. La cartilagine articolare non ha nervi sensori.

Legamenti buoni e forti si stireranno molto poco se viene loro applicato un carico. Se i legamenti, invece, sono deboli, avverrà uno stretching eccessivo con lo stesso carico. Quanto maggiore è la lassità legamentosa, più rapidamente il legamento si allungherà o stirerà. L’allungamento esagerato di legamenti deboli e super stirati permette uno strappo eccessivo delle terminazioni nervose, che sono molto poco elastiche. Il risultato è dolore e/o intorpidimento nella zona dei legamenti o anche lontano, seguendo uno specifico modello per ogni legamento.

Un trauma ad un legamento è molto doloroso. Questo è, in parte, dovuto ai nervi situati sui legamenti, ma anche perché il trauma di solito avviene dove il legamento s’attacca all’osso, una zona chiamata “giunzione fibro-ossea”, cioè, il periostio, anch’esso pieno di terminazioni nervose.

Quindi il dolore sarà provocato tanto dal periostio quanto dal legamento e dei suoi nervi. Quando, in alcune posizioni, il legamento non viene stirato eccessivamente, non viene percepito alcun dolore. Questo spiega perché il dolore può andare e venire.

Il periostio si compone di due strati: uno strato esterno, fibroso e povero di cellule , ma ricco di vasi e terminazioni nervose, e uno strato profondo estesamente vascolarizzato, ricco di cellule e alcune fibre elastiche. Le cellule dello strato profondo, normalmente quiescenti (indistinguibili dai comuni fibroblasti), possono riprendere la loro attività proliferativa dando luogo ad uno strato epitelioide di osteoblasti nel corso di processi riparativi di fratture.

Un danno ai legamenti e/o ai tendini porterà ad una aumentata mobilità articolare ed alla stimolazione nervosa che causerà dolore cronico. Un danno legamentoso porterà al classico scroscio articolare durante il movimento, dimostrazione che l’articolazione è divenuta lassa e debole.

 

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POSSIBILI SEGNI E SINTOMI DI UN TRAUMA LEGAMENTOSO

Dolore, debolezza, intorpidimento, spasmo muscolare, scroscio articolare, instabilità articolare, sublussazioni vertebrali, diminuito range di movimento, difficoltà di equilibrio, sbandamenti, vertigini, gonfiore.

IMPORTANZA DEGLI ORMONI, DELL’ALIMENTAZIONE CORRETTA, DEL SONNO E DELL’ESERCIZIO FISICO NEL PROCESSO DI GUARIGIONE DI TRAUMI TENDINEO-LEGAMENTOSI

Il sistema endocrino è il responsabile della produzione e secrezione di ormoni dell’organismo, come gli ormoni adrenali come cortisolo, tiroidei, ormoni della crescita, melatonina, prostaglandina e insulina. Gli ormoni che regolano la crescita di tessuto sono la tirosina, testosterone e cortisolo. Un sistema endocrino inadeguato propaga debolezza tendineo-legamentosa. La guarigione del tessuto molle di legamenti e tendini sarà compromessa se qualsiasi di questi ormoni sono deficienti. Il livello di ormoni inoltre diminuiscono con l’età avanzata, lo stress etc.

Nella società moderna gli squilibri nutrizionali sono comuni, colpiscono la salute in generale, e legamenti e tendini in particolare. Questi ultimi consistono in acqua, proteoglicani e collagene. Una dieta carente in nutrienti adeguati come vitamina A, vitamina C, proteina etc. potrà rallentare il processo di guarigione e la formazione di collagene. Per questo motivo, ognuno dovrebbe curare la propria alimentazione, compresa una buona idratazione.

Il sonno è vitale per mantenere la salute. Il sonno stimola la ghiandola pituitaria anteriore a produrre l’ormone della crescita. Questo ormone è uno dei principali anabolici, responsabili della crescita o riparazione, ormoni nel corpo il cui ruolo è quello di riparare il danno fatto al corpo durante la giornata. Quotidianamente i tessuti molli sono danneggiati. E’ di vitale importanza avere un sonno profondo per permettere la secrezione dell’ormone della crescita.

Un modo naturale di riprendere ad incrementare la fase del sonno profondo è l’esercizio aerobico come bicicletta, camminata o corsa. Alcune sostanze come melatonina, L-triptofano (un aminoacido essenziale), radice di Valeriana sono un beneficio naturale per aiutare la qualità del sonno.

Sicuramente il più potente di tutti gli stimolatori della proliferazione dei fibroblasti è l’ormone della crescita (GH) e il suo partner insulino-simile (IGF-1). L’ormone della crescita è anche conosciuto come somatotropina, è una piccola molecola proteica che contiene 191 aminoacidi e viene secreto dalla parte anteriore della pituitaria e causa la crescita di tutti i tessuti del corpo.

 

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Oltre a ciò ha altri effetti metabolici: aumenta il livello della sintesi proteica in tutte le cellule del corpo; aumenta la mobilizzazione degli acidi grassi dal tessuto adiposo, incrementando così gli acidi grassi liberi nel sangue e aumentando l’uso degli acidi grassi per l’energia; inoltre diminuisce il tasso di glucosio utilizzandolo attraverso tutto il corpo.

L’insonnia o la deprivazione del sonno è il più potente inibitore dell’ormone GH.

Gli stimolatori della crescita dell’ormone GH sono:

– Esercizio fisico
– Sonno profondo
– Dieta altamente proteica
– Digiuno prima di dormire
– Ornitina
– Arginina
– Glicina
– Leucina
– Glutamina
– Triptofano
– Secretagoghi

RIT: LA SOLUZIONE

RIT è una tecnica per stimolare la crescita di tessuto connettivo forte e sano per eliminare così molte condizioni dolorose croniche. Si consiglia che dopo un trauma si aspetti almeno otto settimane prima di intervenire con il trattamento RIT.

 

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