Lo scopo di questo articolo è di dare sommariamente le indicazioni di cosa sia la sublussazione e cosa succede al corpo quando si mantiene nel tempo tale disallineamento dell’Atlante.
La sublussazione dell’Atlante è così comune che è spesso trascurata nel mare magnum della medicina. Vi sono due ragioni per cui la maggior parte dei medici non considera questo fenomeno. Il primo potrebbe essere che essi trascurano il fenomeno di tale sublussazione, un altro potrebbe essere che il loro training è focalizzato nel cercare patologie maggiori, come fratture, tumori etc.
Il termine “sublussazione” significa “disallineamento minore”, tuttavia gli effetti conseguenti sul corpo umano come risultato della sublussazione della prima vertebra cervicale (C1 o Atlante) rispetto all’Occipite sono altro che “minore”.
A tutt’oggi, comunque, Anatomisti, Osteopati e Chiropratici hanno ancora aperta la discussione se è più corretto affermare che l’Atlante è sublussato o lussato, cioè dislocato; questo dubbio è ancora vivo perché, obbiettivamente, la morfologia anatomico-meccanica ed articolare dell’Atlante è diversa da quelle delle altre vertebre e, quindi, probabilmente più predisposta a lussarsi piuttosto che a sublussarsi.
Indipendentemente, se è più corretto affermare se un Atlante è sublussato o lussato, ciò che veramente conta, sia per il paziente che per l’Osteopata, è l’importanza di riconoscere la delicatezza di questo breve tratto del rachide cervicale superiore. La sua anatomia vascolare, nervosa e linfatica, fanno sì che la pur minima variazione dell’Atlante dalla sua sede anatomico-fisiologica comporti compressioni, trazioni, stiramenti e veri e propri blocchi alle varie suddette vie che scorrono nei suoi passaggi limitati e stretti.
L’Atlante slogato provoca, in relazione all’angolo di rotazione, un restringimento dell’apertura del cranio, detto Forame Magno, e del canale vertebrale. In seguito a questa situazione, il midollo spinale, i diversi nervi cerebrali ed altri funicoli nervosi, come pure le arterie vertebrali, la carotide, diversi vasi e canali linfatici vengono sottoposti ad una stress permanente.
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ANATOMIA
Per capire che cosa sia la “sublussazione” dell’Atlante è bene innanzitutto capire l’anatomia dell’Atlante stesso. L’Atlante (C1 o prima vertebra cervicale) si articola sulla vertebra sottostante, lAsse (C2). Il midollo spinale con i nervi spinali che fuoriescono sono legati dai legamenti dentati ai margini interni del forame vertebrale.
Il cranio umano, grazie ai condili occipitali alla base del cranio, si articola con i condili articolari superiori dell’Atlante. “Questa articolazione è un’articolazione condiloidea doppia”. I suoi legamenti sono il legamento Atlante-Occipitale Anteriore, Atlante-Occipitale Posteriore, due Atlanti-Occipitali Laterali e due “Capsulari”. Vi è un passaggio in ogni parte del legamento Atlante-Occipitale anteriore che permette la penetrazione delle arterie vertebrali e del primo nervo cervicale. Le arterie vertebrali entrano nel forame passando attraverso i processi trasversi dell’Atlante, penetrano il legamento, dopo di che fanno un giro verso l’alto per entrare nel cervello.
Un numero di forti legamenti sostiene e supporta il cranio e il suo contenuto e lo attacca al tratto cervicale. Molti altri legamenti e muscoli danno la capacità al movimento, flessione, estensione, rotazione, latero-flessione. Vi sono altre strutture chiave nelle vicinanze dell’Atlante e nel legamento di supporto. Queste sono quattro coppie di nervi cranici rispettivamente il Vago, lo Spinale accessorio, il Glossofaringeo e lIpoglosso. Le arterie carotidi che scorrono al di sotto del muscolo sternocleidomastoideo e le vene giugulari sono anche presenti nei tessuti del collo. Alla base del collo vicino la giunzione delle spalle vi sono dei muscoli profondi chiamati Scaleni che si dividono in anteriore, mediano e posteriore. Gli scaleni anteriori sono di particolare interesse perché essi sono molto vicini al plesso brachiale dei nervi e all’origine delle arterie vertebrali dove loro lasciano le arterie succlavie.
Anche se l’Atlante è in cima del tratto cervicale e le suddette strutture sono vicine alla base del collo, una sublussazione dell’Atlante rispetto l’Occipite può causare una compressione del plesso brachiale e/o delle arterie vertebrali tramite gli scaleni. Questo è dovuto dall’alterata distribuzione dei pesi, da uno slittamento del centro di gravità del cranio che porta in causa i muscoli della testa e del collo a sforzarsi per cercare di mantenere la testa in posizione corretta rispetto il tratto cervicale.
Anche il nervo frenico che scorre tra lo scaleno anteriore e medio nel suo percorso verso il diaframma può essere coinvolto dalla compressione o trazione del legamento e del muscolo.
Nell’articolazione cervicale superiore tra Occipite (C0), Atlante (C1) e Asse (C2) possiamo evidenziare il posizionamento perfettamente centrale del dente dell’Asse.
Quando viene applicata una forza laterale al cranio, l’anatomia fisiologica della regione intorno all’Atlante è alterata. La causa di questo trauma può essere di varie origini: una caduta giocando al pallone battendo la faccia sul terreno; un incidente automobilistico etc.
La forza è sufficiente abbastanza a spingere il cranio lateralmente facendolo scivolare sui condili dell’Atlante, tuttavia l’anatomia e i legamenti di contenimento limitano in parte questo evento traumatico. Il risultato, nel caso di un trauma subito a sinistra, è una testa piegata lateralmente a sinistra con un Atlante elevato verso destra; il dente dell’Asse non è più centrale nel forame magno.
L’effettiva inclinazione dei condili dell’Atlante determinerà se e quanto l’Atlante ruoterà rispetto l’Occipite e l’Asse.
La mutata morfologia articolare dei condili porterà alla rotazione dell’Atlante, mentre i condili in posizione anatomica corretta non producono un grande gioco di rotazioni. Il cranio è alquanto pesante cosicché ogni cambiamento nel centro di gravità produrrà degli stress indesiderabili sulle strutture all’interno dei tessuti del tratto cervicale.
Questa situazione ha importanti implicazioni per il midollo spinale, che lascia il forame magno e viaggia attraverso i forami dell’Atlante e delle altre vertebre fino alla base del rachide. Ciò anche ha importanti implicazioni per le arterie vertebrali, che viaggiano attraverso il tratto cervicale da C6 all’Atlante, per le arterie carotidee che scorrono al di sotto dei muscoli sternocleidomastoidei e, per i nervi cranici che lasciano il forame alla base del cranio.
Tutte queste strutture potenzialmente possono essere intrappolate, compresse, stirate o comunque possono subire traumi dai muscoli contratti e legamenti coinvolti per cercare di mantenere il cranio e il suo contenuto in posizione corretta.
Gli stress risultanti sulle arterie possono produrre una riduzione di apporto di sangue ossigenato al cervello, e sui nervi cranici può risultare in un’attenuazione del segnale del Sistema Nervoso da e al cervello. Come abbiamo detto i nervi cranici che possono essere potenzialmente coinvolti sono il Vago, lo Spinale accessorio, il Glossofaringeo e l’Ipoglosso; ovviamente queste arterie e nervi sono di massima importanza per l’appropriato funzionamento e mantenimento del corpo umano.
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GLI EFFETTI DELLA SUBLUSSAZIONE DELL’ATLANTE
La sublussazione dell’Atlante avrà effetti sui legamenti e muscoli circostanti. In questo caso la testa sarà inclinata a sinistra, il mento sarà ruotato a destra e il collo sarà piegato a destra.
I legamenti e i muscoli della zona Sub-Occipitale e quelli che tengono la testa attaccata al tratto cervicale saranno quindi sotto stress e/o subiranno spasmo. Il midollo spinale (tronco encefalico appena sopra C1) sarà “annodato” all’articolazione cranio-cervicale (dal cranio all’articolazione dell’Atlante). Il cranio umano medio e il suo contenuto pesa circa 4.5 a 6 kg e sotto circostanze normali una persona può piegare e ruotare il collo senza compromettere le strutture neurologiche critiche in questo livello.
Tuttavia, quando questa “palla da bowling” di circa 5 kg è spostata, l’intero centro di gravità in ogni parte del tratto cervicale cambia e questo alterato sostegno di peso causerà effetti negativi alle strutture neurologiche e vascolari alla base del cranio e in tutto il collo, in specie in quelle strutture che sono molto vicine ai muscoli sotto stress. Ricordate che le arterie vertebrali e i primi nervi cervicali sono in stretto contatto con il legamento Atlante-Occipitale Posteriore ed è molto possibile che questo ed altri legamenti possano irritare entrambe queste strutture.
I legamenti Sub-Occipitale e Cervicale coinvolti in questa situazione includono ma non si limitano al muscolo rectus capitus posteriore minore e maggiore, obliquus capitis superiore, obliquus capitis inferiore, sternocleidomastoideo, scapola elevator, trapezio e scaleni (in particolare gli scaleni anteriori). Andate ad un bowling e prendete una palla da bowling.
Bilanciatela tra le vostre dita ed allora inclinate la vostra mano così che il centro di gravità si alteri; voi vi accorgerete quanto è difficile mantenere la posizione per molto tempo. I muscoli del trapezio sono così dolorosi che uno trova sollievo nel permettere la postura della testa di andare in avanti, nonostante nel tempo l’unico sollievo è posare la testa giù su un letto.
I muscoli stressati e quelli che subiscono spasmi cominciano a sfibrarsi e nel tempo questo è molto visibile in una persona malata. La loro postura è lo specchio della loro salute. Ci sono tante atrofie nei muscoli del collo e delle spalle, nelle persone con l’Atlante sublussato, che parte del processo di guarigione, dopo la correzione dell’Atlante, deve includere riabilitazione di questi muscoli. Queste atrofie sono molto evidenti in persone con il Morbo di Parkinson, sclerosi multipla ed altre patologie neurologiche.
Un trauma alla testa può portare ad una sublussazione dellAtlante. Le ramificazioni della sublussazione possono stendersi a tutte le parti del corpo, nella sublussazione più benigna si sente solo un poco di dolore alla bassa schiena e nelle più gravi l’intero corpo può subire dolori disfunzioni. I legamenti Sub-Occipitali stretti e i muscoli del tratto cervicale possono essere responsabili per i mal di testa o emicranie così come per il dolore al collo.
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IL PONTE MIODURALE
Alcuni anni fa Gary Hack D.D.S. nel 1995 (“Il rapporto anatomico tra il muscolo rectus capitus posteriore minore e la dura-madre”) scoprì un legamento precedentemente sconosciuto che si attacca direttamente all’arco posteriore dell’Atlante e alla dura-madre del tronco encefalico e del cerveletto. Ciò viene oggi definito come il PONTE MIODURALE.
Non è difficile di immaginare che qualsiasi disallineamento dell’Atlante rispetto al cranio potrebbe contrarre il dura-madre della zona del tronco encefalico e del cerveletto. Gli effetti di tale contrazione probabilmente potrebbero essere mal di testa, emicranie ma anche altre conseguenze.
I ricercatori dell’Università di Michigan; “College of Osteopathic Medicine” suggeriscono che “la funzione dei muscoli RCPMI è quella di fornire feedback propriocettivo statico e dinamico al Sistema Nervoso Centrale (SNC), monitorando il movimento della testa e influenzando il movimento della muscolatura circostante”.
In effetti, tra le altre articolazioni, quelle del tratto cervicale superiore sono ricche in propriocettori che forniscono il feedback posizionale al cervello per far sì che esso capisca dove le articolazioni, e quindi la testa, si trovino nello spazio, e per fare aggiustamenti appropriati durante il movimento.
TEST
Chiudete gli occhi e puntate le prime dita in entrambe le mani. Ora provate a toccare le punta di queste dita senza aprire gli occhi. La vostra abilità di toccare le punta delle dita è un’indicazione delle vostre abilità propriocettive. Qualsiasi problema in questa zona potrebbe essere responsabile di sopra e sotto correzioni fatte dal vostro cervello e si manifesterebbe come vertigini o disturbi d’equilibrio. Le sublussazioni dell’Atlante, specialmente perché esse passano di mano in mano con alcune atrofie di questi muscoli Cervicali Sub-Occipitali, possono manifestarsi come vertigini e/o problemi di equilibrio. La Sindrome di Meniere è stata associata a disfunzioni cervicali in numerose pagine mediche.
Se il cranio è piegato, la pelvi da un lato sarà più alta per compensare lo squilibrio del corpo sollevando con sé una gamba dal terreno. Ciò è quello che viene conosciuto come gamba corta funzionale che è opposta ad una gamba corta anatomica. Ovviamente la gamba non rimane sollevata dal terreno a causa del peso del corpo che la tiene per terra durante il passo. Con la pelvi che tira su da un lato la colonna vertebrale prenderà ora un atteggiamento scoliotico.
Ora i muscoli della schiena sono contratti da un lato che manifesta dei trigger point, specialmente nei punti dove si forma la “S” della scoliosi; la lombalgia anch’essa diventa evidente ed ora il risultato di questa postura può portare a seri problemi dell’anca. Il trascurare questa situazione porterà nel tempo ad una protesi di anca. Problemi al ginocchio, caviglia, inguine e al polpaccio possono essere il risultato diretto di questa disfunzione, dove le persone normalmente ci passano sopra giustificandola come un problema di invecchiamento o un incidente.
Il cervello è la chiave che innesca questa risalita della pelvi, per cercare di allineare la pelvi e lo scheletro al di sotto del cranio. Vi sono casi di scoliosi che sono stati migliorati considerevolmente risistemando e ripristinando la posizione e il movimento biomeccanico corretto dell’Atlante al tempo sublussato.